SCRIGNO DI BIODIVERSITÀ
All’apparenza la gariga sembra un’ ambiente arido e ostile alla vita. In realtà esso offre spunti per interessanti osservazioni sia nel campo della geologia che della biologia. In poco più di trent’anni la natura, come spesso succede, ha saputo ricolonizzare l’area delle Cave di Cafiero che oggi risulta una delle più rilevanti del territorio sanferdinandese sotto l’aspetto naturalistico.
La gariga è un biotopo caratterizzato da formazioni cespugliose discontinue su suolo a matrice generalmente calcarea, ricco di roccia affiorante, in un ambiente caratterizzato da elevata luminosità, temperatura e aridità. La vegetazione del Parco delle Cave è costituita da arbusti bassi che al massimo raggiungono i 2 metri di altezza, ma in genere sono inferiori ai 50 cm, da piante erbacee con fioriture che si manifestano in primavera e autunno, in coincidenza dei periodi più piovosi. Una caratteristica tipica della gariga è l’intenso profumo emanato dalle numerose specie aromatiche presenti, riconducibili alle famiglie delle Labiate e delle Asteraceae.
La primavera nell’area delle Cave è annunciata dal profumo intenso delle praterie di Timo (Thymus vulgaris), mentre l’autunno è caratterizzato dal profumo di liquirizia dell’Elicriso (Helichysum italicum).
Nel complesso la gariga è un’associazione vegetale costituita da entità floristiche che presentano adattamenti e modificazioni dello stesso tipo:
- Foglie piccole e coriacee (xerofitismo), ridotte a squame, trasformate in spine o addirittura assenti, per contenere al massimo le perdite di acqua per evapotraspirazione.
- Ciclo biologico che si risolve nel periodo autunno-primaverile, quando le precipitazioni sono più intense, per sospendersi d’estate quando le precipitazioni sono scarse o assenti.
L’elevata luminosità cui sono soggette le piante soprattutto d’estate ha indotto l’attuazione di particolari strategie difensive: la lucentezza delle foglie, a questo riguardo, serve proprio a riflettere parte della radiazione incidente, il cui eccesso risulterebbe nocivo al regolare svolgimento della fotosintesi clorofilliana. L’aspetto lucido delle foglie è legato alla produzione di sostanze cerose impermeabili, riflettenti i raggi del sole, mentre gli scambi gassosi avvengono tramite un limitato numero di apparati denominati stomi. In alcuni casi come nel Leccio (Quercus ilex) e nell’Olivastro (Olea oleaster) la traspirazione avviene essenzialmente sulla pagina inferiore della foglia, che si presenta dotata di un sottile feltro di peluria atta a trattenere l’acqua traspirata.
- Persistenza delle foglie che permette la fotosintesi durante tutto l’arco dell’anno (ad eccezione del periodo di maggiore siccità) in particolare in autunno, periodo nel quale si registra, nelle annate favorevoli, un secondo ciclo vegetativo.
Le specie più rappresentative delle Cave di Cafiero, dal portameto arboreo-arbustive sono: Fillirea (Phyllirea latifolia), Lentisco (Pistacia lentiscus), Olivastro (Olea oleaster), Pero selvatico (Pyrus pyraster), Biancospino (Crataegus monogyna), Rosa canina (Rosa canina) e l’Anagride (Anagyris foetida).
Le specie erbacee sia annuali che perenni (soprattutto bulbose) sono: Scilla (Urginea marittima) una bulbosa il cui bulbo può superare il chilogrammo di peso, Elicriso (Elichrysum italicum), Asfodelo (Asphodelus ramosus),Verbasco (Verbascum thapsus), Timo (Thymus vulgaris), Asparago selvatico (Asparagus acutifolius), Nepetella (Cinopodium nepeta), Cappero (Capparis spinosa), Euforbia arborea (Euphorbia dendroides), Anemone degli orti ( Anemone Hortensis).
Il periodo migliore per scoprire le meravigliose fioriture e godere dei profumi delle numerose essenze è quello primaverile. Tra i numerosi colori spiccano quelli delle orchidee spontanee dei generi Ophrys, Serapias e Orchis.
Le orchidee si sviluppano lungo i sentieri delle Cave a partire dal mese di marzo fino a maggio. Le prime fioriture sono della specie Ophrys sphegodes, seguite da O. lutea, O. bombyliflora, ciascuna con un disegno del labello che ricorda quello di uno specifico insetto. Infatti, proprio gli insetti attirati dai fiori che scambiano per partner, si imbrattano di polline e fecondano così il fiore. Orchidee simili si incontrano solo sul Gargano e sulla Murgia, ambienti che hanno molte analogie con quello delle Cave di Cafiero e che da sempre sono oggetto di studio da parte di numerosi botanici anche stranieri.
In autunno gli arbusti possiedono frutti e bacche succulenti di vari colori appetiti da numerosi uccelli e mammiferi. Per questo motivo le Cave si popolano molto più d’inverno che d’estate di: merli, tordi, pettirossi, capinere e numerose altre specie svernanti.